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L'attentato di Macerata

  • Ugo N
  • 2 mars 2018
  • 1 min de lecture

Il 3 febbraio, un militante di estrema destra ha ferito sei africani nella piccola città di Macerata, nelle Marche. Il carattere racista di quest'attacco ha fatto molto reagire, un mese prima delle elezioni legislative, il quattro marzo. Il colpevole è un giovane simpatizzante della Lega Nord (partito sovranista anti-immigrazione vicino del Front National francese). Ha sparato in diversi luoghi della città, vogliano prendersene a degli individui di origine africana. I sei feriti, cinque uomini e una donna, sono originari dal Mali, dal Ghana e dal Nigeria, secondo l'agenzia di stampa Agi. Luca Traini avrebbe voluto commettere un'operazione punitiva dopo avere imparato alla radio l'imputazione di un richiedente d'asilo Nigeriano per il sordido omicidio di Pamela Mastropietro. In effetti, il corpo di questa giovane italiana di 18 anni era stato scoperto il mercoledì precedente, tagliato in pezzi in delle valigie.

Una settimana dopo l'incidente che alcuni qualificano di "atto di terrorismo", una folla arrabbiata ha sfilato il sabato nelle vie della città. Romano Carancini, sindaco di Macerata, ha provato di scoraggiare questo raduno, per paura di straripamenti.


 
 
 

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